Ipnosi, il Viaggio Interiore
By: Stefania Rebuscini
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Ipnosi, il Viaggio Interiore
Il “Viaggio Interiore” rappresenta la possibilità di entrare in contatto con il proprio inconscio.
L’ipnosi è considerata la via regia per entrare in contatto con il proprio inconscio, il proprio mondo interiore e in questo senso il viaggio interiore, può rappresentare la possibilità di aprire una “finestra” sull’inconscio.
La metafora, così come sono quelle utilizzate in ipnosi, che più richiama il viaggio interiore, è quella descritta da Dante, nella Divina Commedia, che accompagnato dalla sua guida Virgilio, si appresta a discendere nella profondità dell’Inferno – Inconscio.
Per affrontare il viaggio interiore, che è ben rappresentato dal percorso di psicoterapia ipnotica, c’è appunto bisogno di una guida, qualcuno che sia già sceso ad una certa profondità del proprio Inconscio-Inferno, cioè la figura della o dello psicoterapeuta.
Tanto più lo psicoterapeuta avrà affrontato e percorso la profondità del proprio Inconscio, tanto più potrà accompagnare il proprio paziente nella discesa nella sua interiorità, nel suo viaggio interiore.
Ecco, allora, che laddove si credeva di avere una sicurezza sulla propria conoscenza di se stessi, si aprono nuove strade che portano a livelli più ampi di comprensione, cadono le certezze e si incomincia ad intravedere la possibilità di ulteriori approfondimenti nella conoscenza di se.
Possiamo conoscere noi stessi in modo superficiale, senza mai entrare in una reale connessione con le nostre realtà più profonde, scivolando sulla vita, senza sviluppare e approfondire le nostre radici psicologiche.
Esistono vari livelli di profondità con cui entrare in contatto con le nostre nuove acquisizioni e quindi, ogni volta che approfondiamo un concetto o una conoscenza è come se fosse una cosa nuova. Ancora più chiaro arriva nel percorso di crescita individuale il “modo” in cui apprendiamo nuove cose.
Avviene quasi sempre attraverso l’incontro con un’altra persona. Infatti solo nello scambio relazionale con un nostro simile abbiamo la possibilità di accedere nelle nostre stesse risorse interiori. L’incontro può anche essere indiretto, nel caso in cui, ad esempio, leggendo un libro abbiamo nuovi input; infatti il libro è scritto da una “persona” che indirettamente ci indica un pensiero che se trova riscontro e similitudine con quello che è già in noi, diventa illuminante e inoltre, attraverso le bibliografie, possiamo continuare un certo percorso conoscitivo indiretto anche con persone che non sono più tra di noi.
Questo è il concetto di base che possiamo anche attribuire agli effetti della relazione psicoterapeutica che assume il suo significato proprio perchè svolta in due. Difatti è la “coppia terapeuta-paziente” che dà senso a tutto quanto viene esposto, compreso e rivestito di nuovi significati, arricchito da nuove interpretazioni, restituito poi dal terapeuta, in modo più assonante alle necessità del paziente.
Va da se che in questo percorso, il terapeuta, deve mettere ogni volta in gioco se stesso per primo, tutta la sua persona, la propria esperienza di vita, e deve saper trovare il giusto modo di entrare profondamente nei panni dell’altro, attraverso le proprie capacità empatiche, oltre che professionali, ma solo per un tempo strettamente necessario alla comprensione dei vissuti del paziente, per poi uscirne abilmente, onde evitare di rimanere invischiato nelle dinamiche del paziente stesso, o di entrare in collusione con le sue richieste e quindi, non essere più in grado di aiutarlo.
Il modo in cui acquisiamo nuove conoscenze però, è anche dato dal nostro stato mentale. Siamo più disposti ad incontrare nuove cognizioni, quando entriamo in quelle fasi di passaggio, dette “crepuscolari”, dove si attivano gli “stati di coscienza non ordinari” in particolare lo stato della trance ipnotica, dove si entra fisiologicamente e spontaneamente in ipnosi.
Come sosteneva C.G. Jung, la crescita è un viaggio di scoperta verso l’interno di noi stessi. Viaggio che richiede un grande coraggio per essere affrontato poiché è molto più facile cadere nella credenza che i viaggi vadano fatti molto lontano.
Andare dall’altra parte del mondo, in molti casi, corrisponde più che altro ad una “fuga da se stessi”, laddove la propria sfera di vita emozionale spaventa e quindi non deve essere sfiorata per non rimanere “turbati” dallo sconosciuto che alberga dentro di SE‘, ci si avvia così esattamente nella direzione opposta della crescita psicologica.
La nostra attenzione viene continuamente attratta dalle cose esterne, da ciò che succede intorno a noi, questo succede anche grazie ai potenti mezzi di comunicazione che influenzano spesso il nostro pensiero, indirizzandolo verso dimensioni che sono ben distanti dalla nostra interiorità.
Così, diventa palese che non sono le cose materiali quelle che possono darci la serenità, la conoscenza, la crescita, non sono gli oggetti, ma le relazioni; anche la relazione con noi stessi. Nella nostra vita incontriamo tante persone, ma sono solo poche quelle che possono esserci d’aiuto o farci da guida per evolverci ulteriormente, molti altri incontri sono solo apparentemente piacevoli, ma ingannevoli e fuorvianti; possiamo renderci conto di ciò quando avvertiamo l’effetto “zavorra”, che si verifica quando non riusciamo a continuare il nostro percorso evolutivo individuale.
Rendendoci consapevoli, cioè portando ad un livello di coscienza superiore questo vissuto, possiamo poi decidere come comportarci per riprendere il nostro percorso che è stato “distratto” su sentieri secondari che ci rimandano, di nuovo, a dover incontrare noi stessi ad un livello più profondo.
La psicoterapia ipnotica è una modalità conoscitiva, oltre che terapeutica che favorisce la capacità di apprendere modi nuovi per incontrare gradualmente il proprio mondo interiore, in parte celato nell’inconscio, che è la vera fonte di conoscenza, di creatività, di benessere e di ricchezza.
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